Armati
di zappe, semi e concime prendono il controllo degli spazi abbandonati e
incolti della città, riconsegnandoli più belli, verdi e pieni di fiori: sono i
giardinieri sovversivi, romani di tutte le età accomunati dalla passione per il
giardinaggio e dall’amore per Roma. La loro fantasiosa lotta al degrado fa
parte di un vero e proprio movimento: il Guerrilla Gardening.
“Si
tratta di un progetto che punta a recuperare gli spazi urbani inutilizzati o
trascurati attraverso le segnalazioni e la partecipazione dei cittadini.
Guerrilla Gardening significa questo: prendere delle piantine e costruire
un’aiuola liberamente in un punto degradato della città, rivendicando il gesto
per suscitare la curiosità dei passanti. Dal parco al marciapiede sotto casa,
dalle aiuole incolte ai cavalcavia, dall’estrema periferia al centro storico.
C’è solo l’imbarazzo della scelta”, ci spiega Fabrizio Girolami, portavoce dei
rivoluzionari capitolini dal pollice verde.
Tuttavia,
tra i bersagli preferiti dei giardinieri sovversivi romani ci sono, senza
dubbio, le periferie.
“Tor
Bella Monaca è il nostro fiore all’occhiello -continua Fabrizio- ci andiamo
periodicamente e i nostri interventi attecchiscono sempre grazie al rapporto di
amicizia che si è creato con alcune associazioni culturali del posto, che
curano le piante nel tempo. Ad esempio insieme ai volontari di Cubo Libro,
punto di riferimento del quartiere con la sua biblioteca popolare, abbiamo
costruito delle aiuole a Largo Ferruccio Mengaroni, riempiendo di terra e fiori
delle cassette di legno colorate realizzate da noi”.
Si
tratta dello stesso spirito solidale che ha animato la festa del Primo Maggio
al Corviale, dove i giardinieri sovversivi hanno piantato migliaia di semi di
girasole sulla scarpata in fondo a via Mazzacurati, proprio davanti al
Serpentone. “Volevamo regalare un’espolosione di colore a un quartiere dominato
dal grigio”, dice Fabrizio.
Per
essere dei guerrieri verdi non occorrono particolari abilità, tutti possono
contribuire. “Una guerrilla perfetta è quella in cui partecipano le persone
comuni, i passanti che si fermano incuriositi o i residenti che, nei momenti a
seguire, si prendono cura degli spazi coltivati rendendoli migliori rispetto a
prima”, chiarisce Vanessa Scarpa, altra portavoce del gruppo romano. “Quello
che ci interessa, oltre a dichiarare guerra al degrado, è il coinvolgimento
delle persone”.
E
l’interesse dei romani sembra reale: i corsi gratuiti di giardinaggio
sovversivo che si svolgono all’Acrobax, ex cinodromo di Roma, sono frequentati
da persone di tutte le età, dai 19 ai 70 anni.
Come
spiega Vanessa: “a Roma si è creata una rete molto forte che riunisce, oltre ai
cittadini, anche tante associazioni impegnate nella cura del verde pubblico. In
primavera, ad esempio, abbiamo collaborato al progetto dell’associazioneZappata
Romana, avviando l’Hortus Urbis: il primo orto antico della capitale situato
nel cuore del Parco Regionale dell’Appia Antica”. La riattivazione di questo
spazio pubblico, dedicato soprattutto alle famiglie, è stata possibile grazie
alle adesioni e al generoso contributo di realtà spontanee e istituzionali, che
operano per la tutela del territorio. Il progetto ha ottenuto, infatti, il
Patrocinio del Municipio Roma XI e della Provincia di Roma.
“L’entusiasmo
per il recupero degli spazi abbandonati della città continua a crescere
soprattutto grazie ai social network, dove ci seguono in tantissimi. Su
Facebook vediamo nascere quasi ogni giorno gruppi di Guerrilla Gardening in
tutte le regioni e i quartieri d’Italia”, conclude Vanessa.
Segno
che la lotta al degrado, oltre ad essere divertente, è anche contagiosa.
(Foto:
Alessandro Silvi)
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