mercoledì 18 luglio 2012

REPUBBLICA DEMOCRATICA DEL CONGO - L’EMERGENZA RITORNA: INDIETRO DI TRE ANNI


(ANS – Goma) – La situazione nel Nord Kivu, provincia nel nordest della Repubblica Democratica del Congo, continua ad essere tesa e a produrre terribili violenze. La città di Goma finora non è stata coinvolta dagli scontri, ma riceve continuamente nuovi profughi in fuga dalle violenze.

Un triste esempio dell’ingiustizia di questa guerra si è presentato pochi giorni fa al Centro Don Bosco Ngangi di Goma, quando il Comitato internazionale della Croce Rossa (CICR) ha portato presso l’opera due bambini accompagnati dal loro papà.

I tre vivevano, col resto della loro famiglia – la madre e altri due fratelli – a Ufamando Biriko, in un territorio ancora teatro di scontri tra le Forze Democratiche per la Liberazione del Ruanda e il movimento “Raia Mutomboki”. Mentre erano in casa, hanno sentito degli spari nell’aria. Il papà è uscito per informarsi, ma dopo pochi minuti l’uomo ha sentito sparare dietro di sé ed è corso a casa. Quando è arrivato l’edificio era già in fiamme, sua moglie e due dei suoi figli erano a terra, morti. Gli altri due figli si erano salvati, ma erano feriti e in stato confusionale, avendo assistito al massacro dei propri cari ed essendosi salvati per puro caso.

La Missione ONU per la Stabilizzazione della Repubblica Democratica del Congo (Monusco) ha recuperato i tre superstiti e li ha portati all’Ospedale di Ndosho a Goma. All’ospedale sono stati curati, ma non potendo tornare a casa per i combattimenti in corso, sono stati presentati dal CICR al Centro Don Bosco.

La situazione di scontri all’interno del paese riversa le sue conseguenze anche su Goma e aggrava la situazione della città. Alla periferia della città si sono formati nuovi campi profughi, regolari e non. In uno di questi i salesiani hanno condotto una piccola inchiesta, recensito i casi di malnutrizione e, successivamente, accolto presso l’opera i 7 bambini trovati nelle peggiori condizioni. Qui hanno ricevuto le cure appropriate; in situazioni normali sarebbero già stati reinseriti nelle loro famiglie, ma le condizioni di vita nel campo in cui vivevano sono tali da far temere un regresso in grado di rimettere in pericolo la loro vita.

Attualmente il Centro Don Bosco ospita 125 bambini nel programma di recupero dalla malnutrizione (erano 65 fino a poche settimane fa). Il numero degli orfani nello stesso tempo è salito da 54 a 72 e presso l’opera sono arrivati anche 19 ex ragazzi soldato – 18 maschi e una ragazza – che sono stati trasferiti dal Centro Caritas di Rutshuru perché fossero allontanati dal clima di guerra e fosse loro evitato il risorgere dei traumi.

“Qualche mese fa, si diceva che la situazione di urgenza era finita. È bastato poco perché si tornasse indietro di tre anni” commentano amaramente don Piero Gavioli e Monica Corna, rispettivamente Direttore del Centro Don Bosco e operatrice del Volontariato Internazionale per lo Sviluppo (VIS). 

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