mercoledì 25 luglio 2012

SE L’EURO SALTA, DRAGHI E LA BCE VERRANNO CHIAMATI A RISPONDERE PER NON AVER ATTIVATO TUTTI GLI STRUMENTI A DISPOSIZIONE DELLA BANCA CENTRALE EUROPEA, O PER AVERNE IMPEDITO L’ATTIVAZIONE.


Draghi e la BCE hanno due compiti fondamentali: la stabilità dei prezzi in Eurolandia e la salvaguardia dell’Euro come moneta unica.

Il primo obbiettivo obbliga ad interventi su inflazione/deflazione: se la media dei prezzi di Eurolandia sale troppo (inflazione) o comincia a scendere (deflazione)  occorre agire in entrambi i casi con strumenti che, rispettivamente, mitighino il surriscaldamento dell’economia o ne stimolino la ripresa.

Per il secondo obbiettivo (protezione della vita e, anzi, della buona salute della moneta unica) alcuni strumenti sono indicati, altri dovranno essere predisposti in funzione della realtà che si intende condizionare al momento.

Se Eurolandia soccombe, Draghi, la BCE e con essa tutti coloro che hanno inciso sulla sua politica fallimentare, saranno chiamati a rispondere –soprattutto  dai cittadini, in ogni sede -  del fallimento causato da loro incapacità ed imperizia, dal fatto cioè di non aver saputo  o voluto utilizzare gli strumenti a loro disposizione e che erano chiamati ad azionare, o di averne impedito l’utilizzazione.

Secondo Adusbef, alla BCE non è fatto divieto di  acquistare bond di società non finanziarie, in difficoltà perché il canale del credito bancario si è praticamente chiuso: Draghi sta valutando interventi di questo tipo? Sta cioè considerando l’ipotesi di sostegno diretto al settore produttivo di Eurolandia, scavalcando banche e governi? E ancora, la BCE sta valutando l’ipotesi di rendere costoso e scoraggiare  il deposito nei suoi caveaux  delle somme messe a disposizione delle banche e da queste non utilizzate per impieghi al settore produttivo?

Con troppa superficialità i tedeschi tendono a confondere azioni per mantenere in discreta salute la moneta unica con iniziative a favore di questo o quello stato in difficoltà. Delle due l’una: o la Germania ritiene che alcuni “partecipanti” non ce la faranno e per questo non vogliono partecipare alla eventuale ripartizione dei loro debiti, ed allora è inutile, anzi, è criminale insistere e si traggano le conseguenze politiche (senza attendere prossime scadenze elettorali):  Eurolandia e l’Euro sono già morti e sepolti. Oppure ritengono che la loro fermezza sia l’unico strumento per risolvere i problemi della moneta unica, ma allora espongano per Eurolandia la loro diagnosi, la loro terapia e l’ipotesi dei tempi e dell’andamento della convalescenza di tutti i partecipanti, senza trincerarsi dietro il fatto che loro non hanno problemi perché – in passato - hanno adottato comportamenti ortodossi, la cui adozione obbligatoria deve andare bene ed essere risolutiva per tutti: siccome loro non hanno il diabete, nessuno deve usare l’insulina. 

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