mercoledì 4 luglio 2012

NATURISTI, A CHE SERVONO POLIZIA E VIGILANTES?


In almeno tre spiagge italiane le forze dell’ordine agiscono in modi che poco hanno a che fare con la prevenzione e la repressione del crimine.

In almeno tre spiagge italiane, dove da decenni si pratica il naturismo, le forze dell’ordine svolgono azioni che poco avrebbero a che vedere con la prevenzione e la repressione del crimine. A segnalarlo è l'associazione Radicale Certi Diritti. Tra i casi riportati vi è quello della spiaggia dell’Arenauta di Gaeta, dove da alcuni giorni agenti della polizia municipale e guardia costiera, accompagnati da vigilantes armati di agenzie private, stazionano nel tratto di spiaggia frequentata da naturisti, imponendo ai bagnanti di mettersi il costume.

Durante una conferenza stampa svoltasi venerdì scorso a Gaeta dal Comitato per la difesa e la tutela della spiaggia dell’Aeronauta, l'associazione ha evidenziato la disponibilità dell’Assessore all’Ambiente del Comune di Gaeta a individuare in quell’area la destinazione della pratica del naturismo. Non essendoci una legislazione nazionale sul tema del naturismo nel corso degli anni la giurisprudenza ha più volte ribadito che la pratica del naturismo non è perseguibile perché l'esposizione del corpo nudo su una spiaggia, quando viene effettuata senza esibizioni, senza platealità e senza scopi provocatori ma con naturalezza e riservatezza, non può costituire "atto contrario alla pubblica decenza".

La Corte di Cassazione ha ripetutamente stabilito che "il nudo integrale riguarda l’espressione della libertà individuale o derivare da convinzioni salutiste o da un costume particolarmente disinibito. Esso, se praticato in una spiaggia appartata, frequentata da soli naturisti, è penalmente irrilevante". Su quanto sta accadendo nelle spiagge naturiste italiane, i Senatori Radicali eletti nel Pd, Donatella Poretti e Marco Perduca hanno depositato ieri una interrogazione urgente al Ministro degli Interni, della Difesa e del Turismo per conoscere i costi degli interventi delle forze dell’ordine e delle società di vigilanza privata e se non ritengano che tali azioni non siano un grave disincentivo al turismo nazionale e internazionale. 

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