Il
presidente di Confcommercio chiede alla politica un "impegno
fortissimo": "bisogna diminuire le aliquote legali di prelievo
fiscale attraverso meno e migliore spesa pubblica da una parte, e meno evasione
ed elusione dall’altra".
Per
battere la recessione e riprendere a crescere, Confcommercio propone al Paese
una terapia d'urto. L'ha illustrata il presidente Carlo Sangalli nel suo
intervento di apertura del convegno "Liberare l'economia: meno tasse più
crescita", svoltosi a Roma presso la sede nazionale della Confederazione.
La proposta parte dal riconoscimento di un dato di fatto: per chi le tasse le
paga, il livello di pressione fiscale ha raggiunto un livello prossimo al 55%,
che "zavorra drasticamente investimenti e consumi" e che rischia di
portare allo "schianto dell'Italia produttiva". E dunque, visto che -
come ha detto Sangalli - "non possiamo permetterci né l'avventurismo di
riduzioni di pressione fiscale in deficit o comunque senza solide coperture
strutturali, né la disobbedienza fiscale" non ci sono scorciatoie: bisogna
diminuire le aliquote legali di prelievo fiscale attraverso meno e migliore
spesa pubblica da una parte, e meno evasione ed elusione dall'altra, per
"liberare" l'economia e sostenere la crescita. "L'itinerario -
ha scandito il presidente di Confcommercio - deve essere chiaro e la decisione
politica deve essere fortissima. Ed è una decisione che deve essere assunta
ora, per rafforzare la fiducia delle imprese e dei lavoratori, dei cittadini e
delle famiglie in un futuro diverso e migliore". Per questo, Confcommercio
auspica che, nel corso della discussione parlamentare del disegno di legge
delega "per un sistema fiscale più equo, trasparente e orientato alla
crescita", venga recuperata l'ipotesi dell'istituzione del cosiddetto
"fondo" per il taglio delle tasse, alimentato da almeno una quota
parte dei risultati della lotta all'evasione ed all'elusione. Sangalli ha poi
sottolineato la necessità di semplificare il "barocco sistema
fiscale", che richiede alle imprese di sopportare costi amministrativi
diretti per circa 2,7 miliardi di euro l'anno per far fronte agli adempimenti,
di puntare ad un processo di costituzionalizzazione dello Statuto del
contribuente e di riordinare la fiscalità territoriale. Per Confcommercio,
"alleggerire l'imposizione significa anche procedere con determinazione
sul terreno della spending review: serve con urgenza una vera e propria
'chirurgia ricostruttiva' della spesa pubblica capace di incidere in profondità
e con precisione". A questo proposito Sangalli ha definito
"giusta" la direzione di marcia del recente decreto in materia, anche
perché le economie di spesa che ne derivano consentono di rinviare al luglio
2013 eventuali, ulteriori aumenti delle aliquote Iva. Ma l'ipotesi va accantonata
del tutto "agendo sia sul riordino della spesa sociale, sia sui regimi di
esenzione, esclusione e favore fiscale", perché gli aumenti Iva, tra il
2011 ed il 2014, rischiano di tradursi in minori consumi reali per circa 38
miliardi di euro. Il presidente di Confcommercio ha quindi evidenziato la
necessità di "un impegno determinato per battere in breccia le patologie
dell'evasione e dell'elusione fiscale", perché "chi evade e chi elude
mina le fondamenta del patto di cittadinanza ed opera a danno della crescita e
dello sviluppo del nostro Paese". D'altra parte, le stime delle imposte
evase fa rabbrividire: 120/150 miliardi di euro l'anno, cifre che
"confermano che si tratta di una patologia che taglia trasversalmente
tutta l'economia e la società italiane". Per combatterla, sono stati
varati o rafforzati vari strumenti e rafforzati i controlli sul campo, a
proposito dei quali Sangalli ha invitato a evitare eccessi e generalizzazioni:
"giudichiamo che chi opera scorrettamente lo fa anzitutto a danno dei
tantissimi che il proprio dovere lo fanno ogni giorno. Ma, con altrettanta
nettezza respingiamo la suggestione strisciante dei commercianti, dei
lavoratori autonomi, dei piccoli imprenditori tutti evasori e soltanto loro
evasori. L'evasione è il risultato, in via esclusiva o prevalente, degli
scontrini non battuti? Non rivendichiamo prerogative esclusive di virtù e non
accettiamo l'esclusività dello stigma del vizio: respingiamo, dunque, tanto la
logica del 'bollino blu', quanto la logica delle 'liste nere'". Basta con
i luoghi comuni, insomma, è l'appello del presidente di Confcommercio, perché
"più che mai oggi abbiamo bisogno di coesione e di unità per dare
all'Italia un futuro diverso e migliore". E sul terreno fiscale, c'è
bisogno di "un patto tra tutti i contribuenti in regola, quale che sia il
loro ambito di attività, e tra questi contribuenti, le istituzioni e
l'amministrazione finanziaria". "Per combattere giustamente ed
efficacemente la patologia dell'evasione - ha specificato Sangalli - occorre anche
che si sappia distinguere tra chi programmaticamente evade e chi, soprattutto
in una fase di crisi bruciante come l'attuale, le tasse, pur dichiarandole, non
ce la fa proprio a pagarle". Ciò non toglie che Confcommercio
"condanna con fermezza minacce e violenze nei confronti di chi è
incaricato di riscuotere le imposte secondo le norme vigenti", ma "è
poi responsabilità del Governo e del Parlamento intervenire per temperare il
sovraccarico di aggio, sanzioni ed interessi, che, sommandosi alle imposte, innesca
spesso una spirale distruttiva e senza soluzioni". "La costruzione di
un fisco più equo, trasparente e orientato alla crescita" - ha concluso
Sangalli - resta una questione urgentissima cui occorre dare tempestiva
soluzione. Per contrastare la recessione e per tornare ad imboccare il cammino
della crescita".
Fonte: http://www.confcommercio.it
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