Il
governo ha letteralmente SCIPPATO 80 milioni di euro che i cittadini italiani
hanno spontaneamente devoluto alle associazioni "non profit" che si
dedicano, per fare alcuni esempi, ai malati di celiachia, malati di
leucemia, bambini sordociechi, malati di sclerosi multipla, adozioni
internazionali, ospedali di guerra, medici di guerra.
Emergency,
Medici senza Frontiere, Lega del Filo D'Oro, Associazione Leucemie hanno
chiesto spiegazioni, e il Ministero del Welfare ha fatto scaricabarile sul
Ministero dell'Economia, che invece non ha neppure risposto. L'ENNESIMA
BARBARIE TACIUTA di un governo che ha prodotto 390.000 esodati, ha
agevolato il pignoramento delle pensioni da parte di equitalia, ha tagliato
fondi alle persone non autosufficienti, dimostrando la mancanza della MINIMA
umanità. E cosa ancor più grave, NELL'INDIFFERENZA GENERALE.
Di
seguito l'articolo di "vita.it NON
profit"
Da
più di un mese il ministero dell'Economia tace sul taglio del 5 per mille 2010.
Successo per la petizione lanciata da Vita
Il
governo tace sul "4 per mille" del 2010. A oltre un mese dal lancio
della petizione promossa da Vita per sapere che fine abbiano fatto 80 milioni
sottratti all'edizione 2010 del 5 per mille, il ministero dell'Economia
continua a non rispondere a una semplice domanda: dove sono finiti quei fondi?
Perché sono stati sottratti alle associazioni non profit cui gli italiani li
avevano destinati? Una vicenda che a questo punto ha del grottesco, e che vale
la pena riassumere per sommi capi.
Il
conteggio
Il
21 maggio Il Sole 24 Ore fa due conti e scopre che al 5 per mille 2010
mancheranno 80 milioni. E non per volontà dei contibuenti, anzi. Giunto alla
quinta edizione, questo prezioso strumento di sussidiarietà fiscale aveva
talmente conquistato gli italiani da convincere ben 16,1 milioni di loro a
firmare per destinarlo a onlus, associazioni di ricerca sanitaria e
scientifica, associazioni sportive e comuni, raggiungendo la raccolta record di
463 milioni di euro. Peccato che di quei 463 milioni solo una parte, ovvero
383, arriveranno nelle casse dei beneficiari. Il resto semplicemente non sarà
devoluto, arenandosi nelle secche di qualche voce di bilancio non meglio
identificata. "Sforbiciata da 80 milioni" sintetizzava il Sole24Ore,
ribadendo che, a conti fatti, quel per mille di due anni fa in realtà
sarà un misero 4 per mille. Tradotto in soldoni, ogni ente beneficiario vedrà
le proprie entrate decurtate del 17%.
La
petizione
Vita
e molte associazioni, di cui parecchie del Comitato editoriale, non stanno a
guardare, e il 25 maggio lanciano una petizione al governo, e in particolare al
ministero dell'Economia, in cui si chiede "in nome della trasparenza e del
corretto rapporto tra amministrati e amministratori, una risposta articolata e
ufficiale" sulla questione. I promotori sono AIL; AIC - Associazione
Italiana Celiachia ; AIRC; AISM; Amnesty International; ASSIF; Cesvi; CINI;
Emergency; FAI; Lega del Filo d'Oro; Medici senza frontiere; Save the Children;
Terre des Hommes; Vita magazine; WWF. A oggi la petizione ha raccolto oltre
2500 firme (per aderire clicca qui).
Il
rimpallo
Il
sottosegretario al Welfare, Cecilia Guerra, interpellata da Vita sulla delicata
questione ha rimandato ogni responsabilità al ministero retto dal premier Mario
Monti. "Noi riceviamo ordini dalla Ragioneria dello Stato, che ci comunica
gli importi del 5 per mille da distribuire agli aventi diritto. Non possiamo
intervenire sul quantum in nessun caso, meno che mai per un 5 per mille del 2010.
Certo, capisco che se il taglio fosse davvero di 80 milioni sarebbe un
problema, ma l'unico che può intervenire è il ministero dell'Economia", ha
specificato il sottosegretario. Il ministero dell'onorevole Guerra è incaricato
della distribuzione materiale delle quote del 5 per mille, e gli uffici di via
Fornovo a Roma hanno lavorato nelle scorse settimana per erogare le somme
"decurtate" del 2010. Ma - come ha precisato ancora Guerra - "il
ministero delle Politiche sociali non gestisce il 5 per mille, lo destina
soltanto. Se effettivamente i milioni da erogare fossero molti meno di quelli
decisi dagli italiani, l'unico titolato a intervenire in qualche modo sarebbe
il ministero dell'Economia".
Il
silenzio
Detto,
fatto. Il 29 maggio Vita inoltra formale richiesta al ministero dell'Economia
per conoscere appunto che fine abbiano fatto gli 80 milioni spariti (c'è chi
dice: scippati). Ma ad oggi - più di un mese dopo - sia il premier Monti,
titolare dell'Economia, sia il suo viceministro Grilli non hanno dato segni di
vita, trincerandosi dietro un burocratico silenzio. "Gli uffici competenti
non ci hanno ancora risposto", è il ritornello che ripetono come un disco
rotto dall'ufficio del portavoce del ministero dell'Economia, Filippo Pepe. E
se pensiamo che proprio Monti e Grilli hanno promesso di stabilizzare il 5 per
mille entro l'anno (come previsto nero su bianco dalla delega fiscale), qualche
pensiero ci viene, e questa mancanza di parole suona ancora più ingiustificata.
E intanto, mentre anche L'Espresso
dà voce alla protesta, nessuna risposta è arrivata neppure alle due
interrogazioni parlamentari urgenti (sic!) dello stesso tenore presentate
un mese fa dagli onorevoli Andrea Sarubbi e Chiara Moroni. Una situazione
davvero grave, un silenzio quasi omertoso che il non profit iitaliano davvero
non si merita e che ci auguriamo finisca al più presto.
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