martedì 24 luglio 2012

CRISI, MARINI (COLDIRETTI) NIENTE RIPRESA SENZA TERRE PER AGRICOLTURA


“I ritmi attuali di consumo del territorio e l’eccesso di urbanizzazione non solo rischiano di stravolgere il volto dell’Italia, ma anche di modificare irreversibilmente le condizioni climatiche, ambientali e sociali del nostro paese. Il cibo che mangiamo, l’aria che respiriamo, il paesaggio di cui godiamo dipendono tutte dalla nostra terra”. E’ quanto ha rilevato il presidente della Coldiretti Sergio Marini in occasione del convegno “Costruire il futuro. Difendere l’agricoltura dalla cementificazione”, organizzato dal Ministro delle Politiche Agricole Mario Catania. La conservazione della superficie agraria utilizzabile deve essere una priorità per preservarla dalla crescente urbanizzazione delle campagne, tutelando la disponibilità di superfici agricole per garantirne la fruibilità alle prossime generazioni che potranno praticarvi un’agricoltura imprenditoriale, innovativa ed ecosostenibile tutelando così il paesaggio agrario italiano.
Un milione e cinquecento mila ettari di superficie scomparsa in 10 anni in Italia. Statisticamente – ricorda la Coldiretti - in un decennio il nostro Paese ha perso l’8% della sua SAT (Superficie Totale) superficie agraria e parallelamente, sempre in 10 anni la superficie agricola utilizzata (SAU) è diminuita del 2,3%, quasi 300mila ettari in meno.
Riscoprire il valore della terra e dell’agricoltura, delle nostre pregiate colture e dei nostri alimenti eccellenti vuol dire ridare valore a una delle ricchezze, se non la principale, fondamentali per l’Italia. Mai come oggi dunque è necessario ridare valore alla nostra terra e a tutta l’economia basata su questo settore. “Ben vengano quindi – rileva il presidente Marini - le iniziative come la bozza di disegno di legge illustrata dal ministro delle Politiche agricole Mario Catania al quale la Coldiretti è disponibile a dare il suo contributo nell'interesse dell’agricoltura, ma anche dell’intera economia italiana che ha nell'attività agricola e nel paesaggio i punti di forza sui quali “cementare” la ripresa”. 

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