venerdì 13 luglio 2012

POLITICA AGRICOLA EUROPEA:300 MILIONI DI UCCELLI SELVATICI PERSI DAL 1980 A OGGI.


Lipu: “serve una riforma vera che premi il rispetto per l'ambiente”. Un trend negativo che purtroppo non si è fermato e ancora oggi riduce in modo pesante le popolazioni di alcune specie. In Italia è allarme diminuzione per gli uccelli delle praterie montane. Se la Pac rimarrà così com'è ora continuerà a premiare quegli stessi modelli agricoli che negli ultimi decenni ci hanno consegnato un ambiente più povero di vita e inquinato

L’agricoltura intensiva distrugge il paesaggio e fa scomparire gli animali: sono300 milioni gli uccelli selvatici che in poco più di  trent’anni, dal 1980 ad oggi, sono spariti nell’Unione europea a causa di metodi agricoli insostenibili per la natura. Un trend negativo che purtroppo non si è fermato e ancora oggi riduce in modo pesante le popolazioni di alcune specie.

Il clamoroso dato, reso noto oggi dalla LIPU-BirdLife Italia, è stato calcolato daBirdLife International e dall’European Bird Census Council (organizzazione no-profit che studia i trend delle specie e formula indicatori di popolazione), nel pieno del dibattito sulla riforma della Pac (Politica agricola comune) che, particolarmente in questo periodo di crisi economica e ambientale, dovrebbe premiare  gli agricoltori che conservano la natura e il paesaggio e che riducono l’uso di acqua, pesticidi e nitrati.

Secondo i dati del Farmland Bird Index (Fbi), un indice di biodiversità che ci dice come stanno le popolazioni di uccelli che vivono negli ambienti agricoli, in Europa su 37 specie considerate ben 22 sono in diminuzione, 6 sono stabili, 3 incerte mentre solo sei risultano in aumento. Nel complesso l’indicatore mostra un calo del 52% dal 1980, con una perdita, appunto, di oltre 300 milioni di uccelli tipici di questi ambienti. Ciò si è verificato nonostante gli sforzi di molti agricoltori amici della natura, sempre poco aiutati dalla Pac, e delle associazioni ambientaliste.

In Italia a preoccupare è in particolare l’indice relativo alle specie che vivono e nidificano nelle praterie montane, dal quale emerge un quadro assai negativo, con una tendenza alla diminuzione chiara e generalizzata. Ciò è dovuto essenzialmente all’abbandono dell’allevamento e del pascolo e al conseguente rimboschimento naturale di questi ambienti.

Il timore che la riforma della Pac non porti a un effettivo cambio di direzione nelle politiche agricole unitamente ai dati allarmanti sul declino della biodiversità sta preoccupando non poco BirdLife International e i propri partner europei.  Chiediamo al Parlamento europeo, e in particolare agli europarlamentari italiani – afferma Claudio Celada, Direttore Conservazione Natura LIPU-BirdLife Italia - di imprimere una netta sterzata alla riforma della PAC che se rimarrà così com’è ora continuerà a premiare quegli stessi modelli agricoli che negli ultimi decenni ci hanno consegnato un ambiente più povero di vita e inquinato”. 

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