È
record storico per la disoccupazione. A giugno, fa sapere l’Istat, il numero
dei disoccupati è di 2 milioni 792 mila. Si tratta del massimo dal 2004: la
disoccupazione nel nostro Paese è al 10,8%, il dato più alto dalle serie
storiche mensili, vale a dire dal primo gennaio 2004. L’Istituto nazionale di
statistica ha spiegato che si tratta anche, guardando alle serie trimestrali,
del dato più alto dal terzo trimestre 1999. Con aumento di 0,3 punti
percentuali rispetto a maggio 2012 e di 2,7 punti rispetto a giugno dell’anno
precedente.
I
GIOVANI – In calo invece il tasso di disoccupazione dei giovani tra i 15 e i 24
anni che a giugno si è attestato al 34,3% in discesa di 1 punto rispetto a
maggio. I giovani disoccupati rappresentano il 10,1% della popolazione della
fascia di età 15-24. Sono 608mila invece i giovani in cerca di occupazione.
DONNE
E UOMINI – L’incremento congiunturale della disoccupazione a giugno, interessa
sia la componente maschile che quella femminile: gli uomini disoccupati sono
aumentati del 2,9% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, le donne
del 2,5%. È salita invece di 0,3 punti percentuali (quella maschile) rispetto a
maggio, portandosi al 10,0%. Idem per quella femminile che ha segnato una
variazione positiva di 0,3 punti attestandosi al 12,0%.
INFLAZIONE
– Buone notizie invece dall'inflazione. A luglio, secondo le stime preliminari,
l’indice nazionale dei prezzi al consumo per l’intera collettività (Nic),
comprensivo dei tabacchi, registra una variazione congiunturale nulla e un
aumento del 3% rispetto a luglio 2011 (era +3,3% a giugno). Lo rende noto
l’Istat in un comunicato. L’inflazione acquisita per il 2012 resta al 2,8%.
L’inflazione di fondo, calcolata al netto dei beni energetici e degli
alimentari freschi, è stabile al 2,2%. Al netto dei soli beni energetici, il
tasso di crescita tendenziale dell’indice dei prezzi al consumo risulta
stazionario al 2,3%. Rispetto a un anno prima il tasso di crescita dei prezzi
dei beni scende al 3,8% (dal 4,2% del mese precedente) e quello dei prezzi dei
servizi resta al 2,0%. Di conseguenza, il differenziale inflazionistico tra
beni e servizi si riduce di quattro decimi di punto rispetto al mese di giugno.
A luglio, si rilevano tendenze alla decelerazione della crescita dei prezzi al
consumo per gran parte delle tipologie di prodotto, con particolare riferimento
ai Beni energetici, regolamentati e non, ai Tabacchi e ai Servizi relativi ai
Trasporti.
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